Mente e natura e la sacra unità della biosfera

Mente e natura
Mente e natura

Bateson propugna infatti l'idea della sacra unità della biosfera e sostiene che tutte le realtà viventi sono connesse, hanno le caratteristiche proprie della mente e per questo possono essere comprese attraverso un modello comune.

L'autore sostiene che il pensiero è un processo stocastico, con variabili casuali, proprio come lo è l'evoluzione della specie.

Per dimostrare la validità del suo punto di vista, Bateson parte dalla descrizione dei processi più elementari, basilari, ma non per questo consapevoli, coinvolti nella formulazione di teorie, spiegazioni, ecc. Per arrivare a questo l'autore descrive una prova alla quale sottopose alcuni suoi studenti: portò a lezione un granchio bollito e chiese ai giovani di spiegare in che modo avrebbero potuto sostenere che si trattava di un essere vivente. Gli studenti, dapprima spaesati, cominciarono presto a fare delle connessioni, che consistono nel mettere in relazione due aspetti fra loro. Dette connessioni, secondo Bateson, possono essere di ordine diverso: esistono connessioni di I ordine, che consistono in similitudini e simmetrie all'interno della stessa creatura (ad esempio tra parte anteriore e parte posteriore dei granchio) e danno luogo a una struttura. Le connessioni di II ordine sono quelle che derivano dal confronto tra due individui di specie diversa (ad esempio il granchio e l'aragosta), mentre le connessioni di III ordine derivano dal confronto di due coppie di realtà (ad esempio granchio/aragosta e uomo/cavallo). Perciò la struttura che connette è una metastruttura.

Applicando questa struttura teorica ai sistemi umani si può quindi quindi affermare che la relazione interpersonale è una connessione di I ordine in quanto avviene tra due individui; il contesto è una connessione di II ordine perché oltre ad esserci due individui, ci sono due storie e per conoscerle bisogna avere elementi in più rispetto alla relazione; infine il metacontesto è una connessione di III ordine, poiché per conoscerlo bisogna avere ulteriori informazioni appartenenti a categorie logiche differenti.

Ad essere pertinenti, in relazione, possono essere gli esseri umani fra loro, ma anche ad esempio, le singole parole di una frase, oppure i vari elementi anatomici che costituiscono il corpo umano, o anche la foglia con la gemma e il picciolo. Bateson sostiene perciò che la migliore descrizione di una creatura o di un fenomeno scaturisce da una descrizione della relazione che intercorre tra l'oggetto studiato e ciò che gli è pertinente e non da ciò che la cosa costituisce in sé.

Bateson non fu uno psicoterapeuta familiare, ma un teorico e attraverso i suoi studi sull'epistemologia diede una base teorica scientifica valida per tutti i processi di conoscenza, compreso il colloquio psicologico. Infatti, la rilevanza data al concetto di "relazione" ha portato gli psicoterapeuti a sviluppare l'approccio familiare considerando il sintomo dell'individuo come un comportamento emerso all'interno di un sistema di relazioni e di conseguenza a voler conoscere il sistema, il contesto, nel quale queste relazioni hanno luogo.

Bateson ritiene che le premesse sulle quali si basa la conoscenza e di conseguenza anche l'insegnamento, l'apprendimento e la ricerca scientifica, siano superate. In particolare la logica aristotelica di "causa-effetto" appare inadatta a comprendere la realtà, poiché genera paradossi quando si è di fronte a eventi circolari, quando cioé interviene la variabile "tempo". L'autore abbraccia perciò il modello cibernetico, che consente una visione circolare anziché lineare degli eventi, in un mondo nel quale "le serie causali circolari sono piuttosto la regola che l'eccezione". Con questa nuova ottica si ammette che un cambiamento in una parte qualsiasi del fenomeno causerà cambiamenti in altre parti di esso e sarà difficile stabilire dove il processo è iniziato.

Anche il classico paradigma di Stimolo-Risposta, da decenni proposto come un evento lineale, si rivela insufficiente a spiegare il fenomeno dell'apprendimento, poiché non considera la retroazione che la risposta può avere sullo stimolo (si pensi ad esempio all'effetto incentivante o demotivante che l'interesse dell'alunno può esercitare sull'insegnante e quindi alle reciproche influenze che ognuno avrà sull'altro).

Bateson descrive delle verità semplici e immediate che ogni scolaretto sa in modo piuttosto intuitivo. Sarebbe l'insegnamento scolastico, con i suoi presupposti scientifici errati, a traviare il sapiente scolaretto, trasformandolo in un individuo che ignora le basi della epistemologia.

Secondo l'autore la scienza non è altro che un modo di percepire i fenomeni; i presupposti sono alla base del pensiero scientifico, ossia lo influenzano. Tuttavia uno degli aspetti del pensiero scientifico è quello di revisionare i presupposti, accantonarli se non sono più adatti e elaborarne di nuovi. La difficoltà nell'attuare questo processo sta nel fatto che i presupposti sono inconsapevoli, ma sfociano in prodotti consapevoli, quindi premesse scientifiche errate conducono anche a conclusioni scientifiche sbagliate.

 

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fonte: http://www.psicologiarelazionale.org/