Le regole della conoscenza sistemica

Dalla logica lineare (causa-effetto alla logica circolare) e diversi livelli di apprendimento dell'organismo

Centro Bateson Milano
Centro Bateson Milano

Si discute della tesi della impossibilità di essere obiettivi nei processi di codificazione delle informazioni.

1) La scienza non prova mai nulla: secondo Bateson pensare che la scienza spieghi qualcosa è una presunzione: in realtà bisogna sperare nella semplicità di un evento perché questo sia prevedibile. Si percepisce per differenza, dunque al di sotto di una soglia non si ha arricchimento di cognizioni.

2) La mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata: quando c'è un pensiero o percezione o comunicazione sulla percezione vi è una codifica. Con una frase piuttosto colorita Bateson ci ricorda che quando pensiamo a porci o noci di cocco nella nostra mente non ci sono porci o noci di cocco, ma rappresentazioni e classificazioni di questi oggetti. Spesso però non si ha una distinzione logica tra il nome o simbolo e la cosa designata e questo può dar luogo a reazioni irrazionali: ci si può commuovere, ad esempio, di fronte a una bandiera perché essa è il simbolo della patria piuttosto che un pezzo di stoffa colorato.

3) Non esiste esperienza oggettiva: l'esperienza del mondo è sempre mediata dagli organi di senso e dalle vie neurali predisposte alla codifica delle informazioni, perciò ogni evento reale si traduce in una rappresentazione interna. In altre parole il pensiero, così come la scienza, sono modi di percepire e di dare un senso a ciò che vediamo, perciò è impossibile che siano oggettive.

4) I processi di formazione delle immagini sono inconsci: non si è consapevoli del processo di percezione, tuttavia ciò sfocia in prodotti consci. Bateson con la descrizione degli esperimenti sulle illusioni ottiche ci dimostra che gli organi di senso possono essere facilmente ingannati e ciò conferma la impossibilità di essere obiettivi.

5) La divisione in parti o totalità dell'universo percepito è vantaggiosa e forse necessaria, ma nessuna necessità determina come ciò debba essere fatto: l'autore introduce questo concetto attraverso la descrizione di un esperimento proposto ai suoi allievi: veniva disegnata una figura geometrica somigliante ad un esagono e un rettangolo adiacenti fra loro, denominata "esarettangolo", e si chiedeva agli allievi di dare una definizione dell'oggetto. La maggior parte degli studenti tracciava delle linee all'interno della figura, per frammentarla in figure geometriche meglio conosciute, altri preferivano interpretare l'esarettangolo nella sua totalità. Si evinceva dalle risposte ottenute che la spiegazione dell'oggetto scaturisce dalla descrizione , ma la descrizione contiene sempre elementi arbitrari. I successivi tre presupposti riguardano gli aspetti del casuale e dell'ordinato. Qui l'autore introduce il parallelismo tra teoria evoluzionistica e pensiero come processi stocastici.

6) Le successioni divergenti sono imprevedibili: è errato pensare che la scienza possa prevedere tutto, poiché ci sono eventi imprevedibili. Ad esempio se colpiamo un vetro nessuno potrà stabilire a priori dove si verificherà la crepa, il modo in cui correrà la frattura; allo stesso modo se si sottopone una catena ad una trazione non sapremo quale sarà la maglia della catena che si spezzerà. Per prevedere queste cose non basta aumentare le conoscenze scientifiche.

7) Le successioni convergenti sono prevedibili: eventi quali il moto dei pianeti, la reazione chimica tra due elementi, la traiettoria delle palle da biliardo, ecc. sono prevedibili perché la descrizione si basa sul comportamento di una moltitudine di elementi; le leggi statistiche mediano tra le descrizioni del comportamento dell'individuo e quelle della massa.

8) Dal nulla nasce nulla: ciò è vero nel campo della materia e della energia, ma nel campo della comunicazione anche l'assenza di un messaggio ha significato in un determinato contesto. Creare significato è una abilità del ricevente: è impossibile non comunicare se sono presenti due individui e, contemporaneamente, non esiste comunicazione se un individuo è solo, dal momento che non c'è una persona a ricevere il messaggio. Bateson evidenzia che il pensiero e l'evoluzione genetica sono costituiti da aspetti ordinati e aspetti casuali: è da quest'ultimo aspetto che gli organismi traggono le mutazioni genetiche e la scienza si riorganizza elaborando nuovi paradigmi.

9) Il numero è diverso dalla quantità: infatti il numero deriva dal contare, è una codifica, appartiene alla categoria del digitale, mentre la quantità consiste nel misurare, è una "idea formale immanente negli oggetti" perciò appartiene al mondo dell'analogico. Si pensi ad esempio al tipo di processo che avviene quando si guardano le carte da gioco (senza contare si sa immediatamente se si sta guardando un tre o un sette) o a quello che avviene quando si ha a che fare con quantità più grandi, che non possono essere desunte con una occhiata.

10) La quantità non determina la struttura: secondo Bateson questi sono concetti appartenenti a due tipi logici differenti, perciò non armonizzano bene entro la stessa operazione di pensiero. Al contrario vi è la tendenza a invocare quantità di energia, di tensione, per spiegare cambiamenti della struttura: secondo l'autore, se un agente provoca dei cambiamenti di una struttura, questi saranno imprevedibili e divergenti.

11) In biologia non esistono valori monotoni: cioé non esistono valori che o aumentano sempre o diminuiscono sempre, ma esistono valori minimi e massimi entro i cui intervalli gli organismi possono trarre i maggiori benefici.

12) Talvolta ciò che è piccolo è bello: la crescita impone delle strategie di adattamento agli esseri viventi, in particolare quando una soglia di tolleranza viene superata. La natura impone dei limiti di crescita, dal momento che spesso la crescita altera le proporzioni della creatura. I problemi relativi ai limiti di crescita sono risolti in modi diversi dai vari esseri viventi: alcune piante limitano il loro sviluppo in altezza, altre muoiono dopo aver prodotto la discendenza, negli animali la crescita semplicemente si arresta, ma non sappiamo esattamente come le cellule ricevono il messaggio di non riprodursi più.

Nei successivi enunciati l'autore mette in evidenza il fatto che la logica sia un modello inadatto a spiegare la realtà degli esseri viventi, poiché essa è applicabile a eventi lineali, ma nella natura è molto più frequente imbattersi in fenomeni circolari. Anche il linguaggio scientifico deve tenere conto della complessità dei fenomeni, definire gli oggetti in base alle relazioni con le altre cose e distinguendo i tipi logici a cui si fa riferimento.

13) La logica è un cattivo modello della causalità: secondo il ragionamento logico se si ha una certa condizione, allora si verificherà una certa conseguenza. Questo approccio non è applicabile però alle sequenze causali, poiché quando subentra la circolarità di un evento, e con questa il fattore tempo, il modello della logica lineale genera paradossi.

14) La causalità non opera all'indietro: mentre la logica lineale può essere rovesciata, questo non può avvenire nel ragionamento causale, perché la causa precede sempre l'effetto e non viceversa. Nei fenomeni circolari avviene che un cambiamento in qualunque punto del circolo può essere la causa di cambiamenti in altri punti del circolo; così, ad esempio, il termostato può essere considerato la causa del cambiamento di temperatura in una stanza, ma la temperatura della stanza può essere considerata la causa che agisce sull'interruttore del termostato, deteminandone il funzionamento.

15) Il linguaggio sottolinea di solito solo un aspetto di qualunque interazione: di solito si parla delle cose come se avessero degli attributi, ma nella epistemologia bisogna essere consapevoli che si può parlare delle cose solo mediante i loro nomi, le loro qualità e i loro attributi, cioé mediante resoconti delle loro relazioni e interazioni interne ed esterne.

16) Stabilità e cambiamento descrivono parti delle nostre descrizioni: il concetto di "stabilità", come quello di "cambiamento" può avere molte sfumature perciò è necessario che gli enunciati relativi alla stabilità o al cambiamento degli esseri viventi abbiano sempre un riferimento a qualche proposizione descrittiva che tenga conto del tipo logico al quale le parole usate appartengono.

Nei capitoli finali di "Mente e natura" verrà spiegata la natura del parallelismo tra pensiero e processo evolutivo. Bateson evidenzia che l'adattamento degli organismi viventi è garantito per gli aspetti ambientali costanti dal cambiamento genetico, per gli aspetti ambientali mutevoli dal cambiamento somatico.

Allo stesso modo anche il pensiero, l'apprendimento, hanno un carattere stocastico, cioè un aspetto casuale combinato con uno selettivo, in modo che solo alcuni risultati del casuale possano perdurare, dal momento che sono caratterizzati da un lato da conformità e rigore e dall'altro dal rimescolamento casuale delle informazioni, ma le "idee" secondo cui agisce la genetica sono di tipo logico diverso rispetto alle idee riguardanti il pensiero. Conformità e coerenza sono i requisiti che il pensiero deve possedere, tuttavia solo da un rimescolamento, una ricombinazione delle precedenti acquisizioni e dalla casualità possono scaturire nuovi pensieri, nuove teorie scientifiche.

 

fonte http://www.psicologiarelazionale.org