SINCRONICITÀ E COERENZA 2


Sincronicità, emisferi cerebrali e vuoto

Il fatto che l’Occidente sia identificato con la legge di causa-effetto e l’Oriente sia identificato con la legge di sincronicità ben si adatta alla recente logica neuropsicologica della divisione tra emisferi cerebrali. Il principio di causa-effetto costituisce la matrice logica del funzionamento dell’emisfero razionale-maschile e la base stessa della scienza; questo principio si esprime nello spazio, nella relazione fisica tra due oggetti o due forze che vengono direttamente in contatto e che si modificano, ad esempio: “mi sono ammalato di otite perché un batterio è penetrato nel mio corpo”. Tutti i fenomeni che la scienza studia vengono tradotti in relazioni di causa-effetto, perché questo modo di comprendere gli avvenimenti può essere spiegato e compreso con chiarezza e razionalità.

La sincronicità è il principio polare che regola l’emisfero analogico-femminile da cui nascono le arti e le discipline intuitive, come gran parte della psicologia, inconcepibili in termini di razionalità e quantificazione. La sincronicità costituisce l’essenza della bellezza e dell’armonia, del fascino femminile, dell’analogia simbolica, della magia degli eventi che rendono significativa la nostra vita. “Mi sono ammalato di otite proprio il giorno in cui dovevo sostenere quell’incontro che mi spaventava”!

La mente razionale (percentualmente maschile e simbolicamente Yang) è attratta soprattutto dagli oggetti, dalle singole unità di cui è composto un insieme. Ad esempio, un musicista, ascoltando un brano di musica classica, è portato ad analizzarne la struttura, a considerare la bravura dei singoli strumentisti, del direttore, le differenze tonali e ritmiche: tutta questa elaborazione viene svolta dall’emisfero analitico-razionale che, appunto, frammenta l’insieme del brano nei suoi singoli costituenti. La mente estetica, intuitiva per le sue qualità recettive e femminili (simbolicamente Yin), ascolta il brano nel suo insieme, sincronicamente in contatto con le emozioni e gli intenti dell’artista che lo ha composto, lo gode come evento globale, si lascia trasportare dalla musica e si abbandona alle sensazioni che nascono dentro. Tutto è giocato sulla sintonia, sulle analogie tra la musica, i propri sentimenti e la situazione nel suo complesso.

La concezione olistica nasce dall’unione tra queste due strutture logico conoscitive dell’intelligenza umana. Il Taoismo, la più femminile e naturale delle vie spirituali, ricorda che il vaso è costruito di terracotta ma è per il suo vuoto interno che è utile: un’analogia dell’uomo e del suo vuoto interiore, dell’indicibile esperienza di una coscienza senza contenuti che si ottiene entrando in sincronicità con l’esistenza, con il Tao.

Parallelamente all’evoluzione del pensiero “forte” (termine che comunemente designa un atteggiamento materialista e pragmatico) si è evoluta anche una linea di pensiero “debole”, una “epistemologia fluida” basata sulla trasmissione intuitiva della conoscenza e delle comprensioni tra persone tra loro simili e non, come nella nostra cultura, attraverso l’acquisizione mnemonica e intellettuale di dati precisi, di nozioni complete e strutturate. Non per nulla l’Oriente è profondamente legato alla sincronicità e alle sottili trasformazioni spirituali che rendono possibile, nel presente, l’accadere di eventi significativi per la nostra vita… pensiamo all’incontro d’amore, al nascere dell’amicizia, al rapporto maestro-discepolo, alla natura del Buddhafield. Seguendo la nostra linea di analisi, se la base dell’attitudine occidentale è il principio di causa-effetto, che si esprime pienamente nella scienza materialista e oggettiva, il principio di sincronicità potrebbe essere la base della nuova scienza olistica, in cui è contemplata la dimensione interiore. La sincronicità racchiude in sé la logica del fenomeno della coerenza, della non-località, del vuoto sub-quantistico e del campo-psi. Di fatto la nostra società è fondata sul pieno e sull’avere, poli opposti ai valori orientali, legati al vuoto e all’essere. Il principio di sincronicità costituisce una più importante base teorica per comprendere come le varie informazioni trovano la loro unità all’interno di un Cyber e come i differenti Cyber si sincronizzano tra loro evolvendosi per salti quantici fino all’attuale salto verso la coscienza planetaria.

Le intuizioni di Kammerer (di Artur Koestler, estratto da “La Radice del Caso”)

Kammerer credeva nell’importanza delle coincidenze apparenti. Pubblicò la sua teoria sull’argomento nel 1919, in un’opera eccezionale, Das Gesetz der Serie – la legge della seriazione, di cui non esiste ancora nessuna traduzione. Kammarer, dai venti ai quarant’anni, annotò in un diario tali coincidenze. Non fu l’unico a indulgere a questo vizio segreto; Jung, per esempio, fece la stessa cosa. “Mi sono spesso imbattuto in fenomeni di questo genere”, ha scritto Jung, e ho potuto rendermi conto quanto fossero importanti per i miei pazienti queste esperienze interiori. In moltissimi casi erano cose di cui la gente non parla per timore di esporsi al ridicolo. Fui stupito di constatare quanta gente avesse avuto esperienze del genere e con quanta cura custodisse il segreto”. Kammerer definisce una Serie come “la ricorrenza regolare di cose e eventi uguali o simili – una ricorrenza, o raggruppamento, nel tempo e nello spazio nella quale – stando a quanto si può accertare con una attenta analisi – i membri individuali della sequenza non sono collegati dalla stessa causa agente”.

Nella seconda parte del libro, che è teorica, Kammerer sviluppa la sua idea centrale secondo cui nell’universo c’è un principio acausale attivo, coesistente con la causalità, il quale tende verso l’unità. Sotto certi aspetti è confrontabile alla gravità universale – che, per il fisico, è tuttora un mistero; ma diversamente dalla gravità che agisce indiscriminatamente su tutta la massa, questa forza agisce selettivamente sulla forma e la funzione per riunire configurazioni similari nello spazio e nel tempo; è una forza che mette in correlazione cose e eventi per affinità. Con quali mezzi questa forza acausale si inserisca nell’ordine causale delle cose – sia in modi drammatici che banali – non possiamo dirlo perché funziona ex hypothesi, al di fuori delle leggi conosciute della fisica. Nello spazio produce eventi coincidenti collegati per affinità; nel tempo, serie collegate nello stesso modo. “Si giunge quindi all’immagine di un mondo a mosaico o di un caleidoscopio cosmico, che, malgrado i continui rimescolii e riassesttamenti, provvede anche a riunire le cose simili alle simili”.

Kammerer si interessò in modo particolare alle serie temporali di eventi ricorrenti che ritenne fossero processi ciclici propagatisi come onde lungo l’asse temporale del continuum spazio-temporale. Ma noi ci rendiamo conto soltanto della cresta delle onde, che ci appaiono come coincidenze isolate, mentre gli avvallamenti delle onde restano trascurati. (Kammerer quindi capovolge l’ipotesi dello scettico secondo cui della moltitudine di eventi verificatesi a caso cogliamo soltanto quelli che sono significativi). I cicli possono essere prodotti da fattori casuali (per es., il moto planetario) o essere strutturati dalla seriazione – come i periodi fortunati dei giocatori d’azzardo. Dedica poi un capitolo alle teorie della periodicità formulate in precedenza: dal sette magico dei pitagorici ai “cerchi ruotanti dei buoni e dei cattivi giorni” di Goethe.

Alla fine del libro Kammerer dichiara di essere convinto che la seriazione è “onnipresente e che continua nella vita, nella natura e nel cosmo. È il cordone ombelicale che unisce il pensiero, il sentimento, la scienza e l’arte al grembo dell’universo che li ha partoriti”.

È assai improbabile che la parte teorica regga a un esame critico, questo primo tentativo di classificazione sistematica di eventi coincidenti può trovare in futuro qualche applicazione insospettata. Sono cose che capitano nella scienza. E questa può anche essere la ragione del giudizio favorevole che Einstein diede sul libro; lo definì “originale e niente affatto assurdo”. Può darsi che si sia ricordato che le geometrie non euclidee, sviluppate quasi per gioco dai matematici che lo avevano preceduto, fornirono la base alla sua cosmologia relativistica. Trenta anni più tardi Pauli condivise la convinzione di Kammerer e di Jung che ci sono fattori non-causali, non-fisici, che operano in natura. Anche il principio di esclusione “agisce” come una forza sebbene non lo sia”. È probabile che Pauli abbia capito più profondamente dei suoi compagni – stregoni i limiti della scienza. Quando aveva cinquant’anni, scrisse un saggio penetrante in cui sosteneva che la scienza era emersa dal misticismo, come risultava dalle idee di Keplero – il quale fu sia un mistico che il fondatore dell’astronomia moderna. Il saggio è intitolato L’influenza delle idee archetipiche sulle teorie scientifiche di Keplero e, in origine, apparve in una serie di monografie pubblicate dallo Jung Institute di Zurigo.

Era un’impresa molto insolita per uno scienziato moderno impegnarsi in un saggio del genere e pubblicarlo su una rivista di psicologia. Nelle pagine conclusive Pauli scrive: “Oggi abbiamo le scienze naturali, ma non abbiamo più una filosofia della scienza. Dalla scoperta del quanto elementare, la fisica è stata costretta a rinunciare alla sua orgogliosa pretesa di poter dare una spiegazione teorica della totalità del mondo. Ma questa situazione difficile può contenere il seme di ulteriori sviluppi che correggeranno il precedente orientamento unilaterale e si indirizzeranno verso una visione unitaria del mondo in cui la scienza è soltanto una parte del tutto”.

Jung e il suo viaggio interiore

Dopo la separazione di Jung da Freud seguirono alcuni eventi che sono particolarmente significativi per lo sviluppo dell’idea di sincronicità. Libero di esplorare le sue idea senza l’ombra incombente di Freud, Jung cominciò a lavorare sui tipi psicologici visti come un bilanciamento tra le forze dell’Intuizione, Sensazione, Pensiero e Sentimento e mise a punto i concetti di estroversione e introversione.

Nel mezzo di questa attività che lo portò successivamente a esplorare l’inconscio collettivo Jung cominciò a sentire i primi sintomi di quello che i suoi biografi hanno definito una totale rottura dell’equilibrio mentale di cui riferisce in Memorie, sogni e riflessioni. Nei mesi che seguirono il viaggio interiore si fece sempre più profondo nei recessi nascosti della sua mente e, in un sogno, simbolizzò la sua mente come una casa con una cantina nascosta contenente una porta a trappola che portava in una caverna ancora più remota, preistorica. Jung stava cominciando a scoprire un’area profonda e universale della mente, quella che poi avrebbe chiamato l’inconscio collettivo. In questa area, che dimostrò comune in tutti gli esseri umani, Jung scoprì una varietà di simboli micro-macrocosmici, che chiamò “mandala”, e un certo numero di personalità autonome. Il viaggio nell’inconscio era accompagnato da figure con cui conversava quali Filemone, il vecchio saggio, Anima, la giovane donna che fu da guida spirituale a Simon Magnus, Lao-Tzu, Klingsor, etc. Di Filemone, Jung scrive: “…a volte mi sembrava molto reale, come se fosse una personalità vivente. Continuavo a camminare su e giù per il giardino con lui e per me era quello che gli indiani chiamano un guru….Mi disse cose che non avevo pensato consciamente. E osservai che era chiaramente lui che parlava, non io.”

Queste “visite” raggiunsero il loro culmine nel 1916 quando l’intera casa di Jung era come infestata da delle presenze e, un sabato mattino, il campanello suonò e alla porta non c’era nessuno.

“Credetemi, continua Jung, l’atmosfera era molto spessa. Allora sentii che stava per accadere qualcosa. L’intera casa era piena come se ci fosse una folla, totalmente piena zeppa di spiriti. Erano ammassati fino alla porta e l’aria era così spessa che facevo fatica a respirare”. Nelle tre notti successive Jung scrisse, come posseduto da queste entità, I Sette sermoni ai morti, un lavoro scritto in stile profetico, che presenta una cosmologia globale dell’universo materiale e mentale. Nei sermoni il mondo di tutte le cose create, la “creatura” emerge da una situazione precedente ancora indifferenziata, il “pleroma” e il libro stesso diventa una metafora dell’emergenza della coscienza dall’inconscio collettivo, e di quest’ultimo dallo “psicoide”, uno stato che precede la distinzione tra mente e materia.

Come la fisica moderna ha prodotto un mito della creazione della materia a partire dal vuoto indifferenziato o dal big bang primordiale così Jung ha creato una storia dell’origine della mente nell’universo.

I Sermoni sono importanti perché contengono, in forma simbolica, molto di quello che poi Jung avrebbe reso esplicito nelle ricerche e negli scritti successivi. Dalle sue ricerche risulta che la mente umana può essere scavata al di là dell’inconscio personale e che, ai suoi livelli più profondi, possiede una struttura ricca di forze dinamiche, configurazioni simmetriche e centri autonomi di energia. Andando ancora più in profondità si incontra il terreno comune da cui sono emersi sia la mente che la materia, un eco di quello che Kammerer definiva come: “un cordone ombelicale che connette pensiero, sentimenti, scienza e arte col grembo dell’universo che li ha generati”.

Che cosa è veramente successo a Jung durante questo periodo di rottura dell’equilibrio mentale? Dire che era pazzo non spiega nulla perché il suo viaggio nell’inconscio era tutt’altro che caotico anzi mostrava un consistente ordine interno. Il mondo che Jung aveva scoperto non era pazzo e senza senso ma talmente strutturato che lo psicologo fu in grado di ritornare alla superficie della ‘sanità normale’ portando con se delle profonde intuizioni e delle scoperte che formarono la base del suo lavoro successivo. Questa profonda trasformazione di Jung durante il suo viaggio nella ‘follia’ fu accompagnato da un certo numero di sincronicità, quali l’infestazione degli spiriti e il suono del campanello alla porta, sicuramente importanti per il futuro riconoscimento del fenomeno.

Nitamo Federico Montecucco
Fonte: www.enciclopediaolistica.com


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